Nel 1991 una Honda si impone nel campionato Nazionale Giapponese. ha una leva simile a quella della frizione tradizionale ma non ha la leva del cambio.
si tratta del modello RC250MA, dotata di cambio a variazione continua, un altro esempio della capacità di Honda di sviluppare soluzioni avveniristiche e applicarle con successo negli ambiti più gravosi come le gare di motocross
la moto è inoltre dotata, alla ricerca della massima riduzione del peso, anche di un telaio misto acciaio/alluminio realizzato con giunzioni bullonate
Fino dagli esordi in campo motoristico, Honda si è interessata allo sviluppo di una efficiente trasmissione automatica da applicare ai propri motori; una delle prime applicazioni ha riguardato lo scooter Juno, nel corso dei primi anni '60.
lo schema utilizzato per la trasmissione era, in questo caso, basato su un brevetto acquistato da una azienda italiana, la Cambi idraulici Badalini.
La trasmissione Badalini a variazione continua impiegava una pompa idraulica a cilindrata fissa e un motore a cilindrata variabile, abbinati ad una frizione idraulica. la cambiata era gestita meccanicamente dalla leva sinistra, essendo l'elettronica di ancora non disponibile.
La soluzione sviluppata alla fine degli anni '80 per il modello RC250MA era basata sempre su una soluzione HMT (Hydraulic Mechanical Transmission) come lo schema Badalini ma era molto più raffinata. una costruzione compatta e leggera, abbinata all'uso dell'elettronica permetteva una alta efficienza unita a pressioni di esercizio non eccessivamente elevate. la leva della frizione permetteva in realtà di bloccare la trasmissione; il pilota poteva scegliere, in determinate condizioni, se sfruttare tutto l'allungo del motore o lasciare che il rapporto di trasmissione continuasse a variare.
Il sistema, nonostante il successo delle competizioni, viene abbandonato presumibilmente non tanto per il grado di complessità quanto per la sensibilità alle contaminazione dell'olio da parte dei vari componenti della trasmissione, punto debole di tutti i cambi automatici
Fino dagli esordi in campo motoristico, Honda si è interessata allo sviluppo di una efficiente trasmissione automatica da applicare ai propri motori; una delle prime applicazioni ha riguardato lo scooter Juno, nel corso dei primi anni '60.
lo schema utilizzato per la trasmissione era, in questo caso, basato su un brevetto acquistato da una azienda italiana, la Cambi idraulici Badalini.
La trasmissione Badalini a variazione continua impiegava una pompa idraulica a cilindrata fissa e un motore a cilindrata variabile, abbinati ad una frizione idraulica. la cambiata era gestita meccanicamente dalla leva sinistra, essendo l'elettronica di ancora non disponibile.
La soluzione sviluppata alla fine degli anni '80 per il modello RC250MA era basata sempre su una soluzione HMT (Hydraulic Mechanical Transmission) come lo schema Badalini ma era molto più raffinata. una costruzione compatta e leggera, abbinata all'uso dell'elettronica permetteva una alta efficienza unita a pressioni di esercizio non eccessivamente elevate. la leva della frizione permetteva in realtà di bloccare la trasmissione; il pilota poteva scegliere, in determinate condizioni, se sfruttare tutto l'allungo del motore o lasciare che il rapporto di trasmissione continuasse a variare.
Il sistema, nonostante il successo delle competizioni, viene abbandonato presumibilmente non tanto per il grado di complessità quanto per la sensibilità alle contaminazione dell'olio da parte dei vari componenti della trasmissione, punto debole di tutti i cambi automatici