brapbraap e la Honda RC125M

Il motocross delle origini, a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 è dominato da pesanti e potenti moto a 4 tempi; marche come Monark, BSA, Linto, Husqvarna vengono spesso realizzate o modificate dagli stessi piloti con cura artigianale.
Nel corso degli anni ’60, però, il panorama tecnico cambia radicalmente. Il motore a 2 tempi prende il sopravvento nel motocross, rendendo quasi immediatamente obsoleti i pesanti e complessi 4 tempi. 
Le moto si trasformano diventando leggere ed economiche. Anche questo contribuisce a rendere il motocross uno sport di massa con un numero di praticanti, e di moto vendute ogni anno, che non sarebbero poi mai più stati raggiunti.

Inevitabile che le case Giapponesi, a questo punto, comincino a rivolgere le proprie attenzioni anche al motocross. Dopo i successi nelle competizioni stradali, alla fine degli anni ’60 ormai consolidati, le “big four” iniziano i primi passi nel motocross. 
Gli sforzi che i reparti corse delle case Giapponesi profonderanno ufficialmente sui campi di gara saranno elevatissimi; senza badare a spese verranno allestiti pezzi unici sui quali verrà sperimentato ogni genere di soluzione tecnica.

L’obiettivo di contenere il peso è ricercato tramite l’utilizzo di materiali esotici e costosi (alluminio e titanio in primis), ma verranno sperimentate le soluzioni tecniche più disparate soprattutto a livello di ciclistica.
Si tratta di una vera e propria battaglia senza quartiere combattuta sui campi di gara allo scopo di prevalere sulle case concorrenti allo scopo di assicurarsi le quote di un mercato estremamente appetibile. 

Una delle testimonianze più rilevanti dell’elevatissimo livello di sforzi e costi sostenuti è sicuramente la Honda RC125M del 1980.

Contemporanea della Gilera 125 bicilindrica di Jan WEitteven, la RC 125M, oltre ad un motore bicilindrico che raggiunge una potenza nettamente superiore ai 125 tradizionali, è dotata anche di una anticonvenzionale forcella anti-affondamento progettata da Valentino Ribi. La Suzuki RN di De Coster del 1978 utilizza già questa soluzione e lo stesso De Coster, passato nel frattempo alla Honda, porta con sé questa soluzione. Al retrotreno fa sfoggia di sé anche uno dei primi monoammortizzatori

La moto debutta nel 1980 e continua ad essere utilizzata, senza raggiungere piazzamenti degni nota, fino al 1981, quando la FMI mette al bando i bicilindrici nel motocross. Ne verrà realizzata una versione monocilindrica che correrà per qualche tempo nel campionato Giapponese.

Honda continua però nello sviluppo e indirizza i propri sforzi tecnici in altre direzioni. Nel 1982 presenta il sistema PRO-LINK abbinato a forcelle più tradizionali. In quell’anno le moto cominciano anche a chiamarsi CR e iniziano una storia che continuerà fino al 2007, ultimo anno di produzione della moto dotata di motore a 2 tempi