brapbraap
Brapbraap e il progetto 92
un grazie sentito al primo proprietario che ha applicato le protezioni alla cassa filtro. tolte le protezioni la plastica della cassa è nuova.
la moto è pronta per lo strip. inizialmente ad essere oggetto delle attenzioni sarà il telaio a cui verrà restituito l'originale "Shasta White" Honda
brapbraap e la Honda CR 500 anno domini 1988
Regina tra le regine, nel 1988 il 500 perde i cerchi anodizzati oro rispetto al modello precedente, ma soprattutto scompare per sempre il blu che aveva per anni reso immediatamente identificabili le moto della casa alata
Per l'ultimo anno la potente curva dell'espansione si innalza verso il serbatoio. dal modello successivo verrà introdotta l'espansione "low boy" comune anche al fratello minore da 250 cc.
brapbraap e le storie dietro la foto
(Italia, ca 1970, Collezione Privata)
la data della stampa è 1971, quindi la foto è presumibilmente la partenza di una gara su una pista Italiana svoltasi intorno al 1970.
Oltre ad essere una bella fotografia, i numerosi dettagli della foto meritano un esame più approfondito.
Lo scatto, oltre a catturare un momento di transizione dal motocross delle origini ad una forma più moderna, racconta anche tante altre storie consumate sui campi di polvere e fango
il pilota numero 1, il campione in carica quindi, appartiene alla vecchia scuola; casco a scodella, maglia ampia in colore neutro e senza scritte, ampia fascia elastica in vita. il suo stile sul salto è sobrio, composto, equilibrato e sicuro. il pilota numero 2 è il suo degno comprimario; qualche concessione in più sullo stile della maglia ma sono due amici, probabilmente da anni si scontrano sulle stesse piste condividendo la fatica e la passione. Anche il secondo pilota da destra appartiene alla vecchia guardia; il casco è moderno ma indossa una elegante camicia azzurra.
dietro di loro, però, avanza rumorosamente il nuovo. gli altri piloti indossano caschi più moderni, protezioni sul viso, maglie e pantaloni più attillate; fa capolino anche qualche scritta. lo stile di questi piloti sembra più aggressivo. le moto potrebbero essere Husqvarna, mentre forse è più anziana la moto del pilota numero 1.
uno scatto, tante storie
brapbraap e la RC250MA. il cross senza il cambio
Nel 1991 una Honda si impone nel campionato Nazionale Giapponese. ha una leva simile a quella della frizione tradizionale ma non ha la leva del cambio.
si tratta del modello RC250MA, dotata di cambio a variazione continua, un altro esempio della capacità di Honda di sviluppare soluzioni avveniristiche e applicarle con successo negli ambiti più gravosi come le gare di motocross
la moto è inoltre dotata, alla ricerca della massima riduzione del peso, anche di un telaio misto acciaio/alluminio realizzato con giunzioni bullonate
Fino dagli esordi in campo motoristico, Honda si è interessata allo sviluppo di una efficiente trasmissione automatica da applicare ai propri motori; una delle prime applicazioni ha riguardato lo scooter Juno, nel corso dei primi anni '60.
lo schema utilizzato per la trasmissione era, in questo caso, basato su un brevetto acquistato da una azienda italiana, la Cambi idraulici Badalini.
La trasmissione Badalini a variazione continua impiegava una pompa idraulica a cilindrata fissa e un motore a cilindrata variabile, abbinati ad una frizione idraulica. la cambiata era gestita meccanicamente dalla leva sinistra, essendo l'elettronica di ancora non disponibile.
La soluzione sviluppata alla fine degli anni '80 per il modello RC250MA era basata sempre su una soluzione HMT (Hydraulic Mechanical Transmission) come lo schema Badalini ma era molto più raffinata. una costruzione compatta e leggera, abbinata all'uso dell'elettronica permetteva una alta efficienza unita a pressioni di esercizio non eccessivamente elevate. la leva della frizione permetteva in realtà di bloccare la trasmissione; il pilota poteva scegliere, in determinate condizioni, se sfruttare tutto l'allungo del motore o lasciare che il rapporto di trasmissione continuasse a variare.
Il sistema, nonostante il successo delle competizioni, viene abbandonato presumibilmente non tanto per il grado di complessità quanto per la sensibilità alle contaminazione dell'olio da parte dei vari componenti della trasmissione, punto debole di tutti i cambi automatici
Fino dagli esordi in campo motoristico, Honda si è interessata allo sviluppo di una efficiente trasmissione automatica da applicare ai propri motori; una delle prime applicazioni ha riguardato lo scooter Juno, nel corso dei primi anni '60.
lo schema utilizzato per la trasmissione era, in questo caso, basato su un brevetto acquistato da una azienda italiana, la Cambi idraulici Badalini.
La trasmissione Badalini a variazione continua impiegava una pompa idraulica a cilindrata fissa e un motore a cilindrata variabile, abbinati ad una frizione idraulica. la cambiata era gestita meccanicamente dalla leva sinistra, essendo l'elettronica di ancora non disponibile.
La soluzione sviluppata alla fine degli anni '80 per il modello RC250MA era basata sempre su una soluzione HMT (Hydraulic Mechanical Transmission) come lo schema Badalini ma era molto più raffinata. una costruzione compatta e leggera, abbinata all'uso dell'elettronica permetteva una alta efficienza unita a pressioni di esercizio non eccessivamente elevate. la leva della frizione permetteva in realtà di bloccare la trasmissione; il pilota poteva scegliere, in determinate condizioni, se sfruttare tutto l'allungo del motore o lasciare che il rapporto di trasmissione continuasse a variare.
Il sistema, nonostante il successo delle competizioni, viene abbandonato presumibilmente non tanto per il grado di complessità quanto per la sensibilità alle contaminazione dell'olio da parte dei vari componenti della trasmissione, punto debole di tutti i cambi automatici
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